Questa ricetta legata al mondo dell’antico Egitto ci porta davvero indietro nel tempo. Sebbene il cipero non sia usuale da noi, lo si può trovare in qualche bancarella di spezie al mercato e in qualche negozio che tratta alimenti esotici.
La frutta secca era ridotta in farina per fare dei dolci da forno e gli unici prodotti simili alle noci provenivano proprio dal cipero: pianta i cui tuberi ovoidali, grandi come arachidi, hanno un sapore e una struttura simile a quella del cocco.
Detti anche “capelli della terra“, venivano mangiati crudi o cotti o si trasformavano in dolci triangolari. La preparazione prevede l’uso di un mortaio, ma noi potremmo ottenere lo stesso risultato impiegando un comune frullatore.
Una volta pestati i rizomi di cipero si impasta tutto con acqua formando una palla. Fare la stessa operazione anche con dei datteri denocciolati.
Unire le due palline e impastarle con del miele in modo da ottenere un composto morbido e omogeneo che andrà disteso con il mattarello fino ad un altezza di 1,5 cm.
Tagliare dei triangoli e friggerli in olio di semi o strutto (data la varietà di olii e di grassi utilizzati nella cucina egiziana antica, ritengo più che tollerabile usare l’olio di semi o lo strutto).
Assorbire l’olio in eccesso con un panno di lino o con della carta assorbente.
Questa preparazione andrà servita fredda.

Dott.ssa Claudia Fanciullo
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