I datteri caramellati di Apicio
“Dulcia domestica” dal libro VII del De re coquinaria.
Marco Gavio Apicio fu il primo gastronomo della storia a trattare tematiche legate all’antica cucina romana, in un modo così dettagliato che la sua opera scritta, il De re coquinaria, è giunta fino a noi completa.
Suddivisa in ben dieci libri tratta argomenti molto vari e divisi per categorie, dalle preparazioni più semplici alle più complesse. Non esiste però un capitolo che sia dedicato interamente ai dolci. I Romani, infatti, non avevano la stessa idea di dolce che abbiamo noi e anche se esisteva la figura del pasticcere, i pistores dulciarii, lo zucchero era ancora sconosciuto e spesso il dessert era agrodolce o realizzato con miele.
I dolci che Apicio chiama “dulcia domestica” però, erano solo quelli riproducibili a casa, quindi molto semplici.
I datteri caramellati, per esempio, erano preparati per concludere dei banchetti sontuosi ed essendo esotici, davano un certo valore alla tavola perché non tutti potevano permetterseli. Eppure la storia ci racconta che fossero mangiati quotidianamente in tutte le altre parti del mondo già da epoche remote, basti pensare all’Egitto e alle sue palme da dattero fedelmente rappresentate negli affreschi tombali e che spesso venivano lavorate per creare con le fibre, i cordami e le stuoie, il legno e con la linfa una bevanda molto dissetante.
Apicio, del dattero non butta via nulla ma con il nocciolo, tostato e pestato al mortaio insieme alle spezie, dava vita al suo vino aromatico speciale: il Conditum paradoxum.
La ricetta che vi propongo è molto semplice ma di sicuro effetto gustativo grazie al contrasto tra dolce e salato e all’aggiunta del pepe.
INGREDIENTI
- 300 g datteri possibilmente freschi tipo israeliti (però potete utilizzare anche i secchi)
- 40 g noci e 40gr di pinoli
- 2 cucchiai di miele Millefiori
- sale e pepe q.b
PROCEDIMENTO
Tritate grossolanamente le noci e i pinoli in un mortaio oppure al coltello: il risultato sarà una macinatura più grossolana, ma senza dubbio più somigliante a quella antica. Fate la stessa cosa con il pepe.
Snocciolate i datteri con un coltellino appuntito, incidendo il frutto attorno all’attaccatura del picciolo per il lungo, in modo da facilitare la fuoriuscita del seme. Evitate di spingere il seme verso l’alto altrimenti il frutto si dividerà in due e non potrete utilizzarlo.
Ora farcite i datteri inserendovi il trito di noci e pinoli che avrete preparato precedentemente.
In una padella scaldate il miele ed una volta raggiunta la temperatura, cioè una volta formate le prime bollicine, adagiate i datteri ripieni tenendo il fuoco al minimo, per non far caramellare subito il miele che altrimenti diventerebbe troppo scuro e rischierebbe di bruciare.
Rigirate i datteri aiutandovi con una pinza. Quando il miele si sarà ristretto e leggermente inscurito, spegnete il fornello e stenderete i datteri su un foglio di carta paglia o carta da forno. Mentre i datteri si raffredderanno leggermente, voi potrete insaporirli con una spolverata di sale e una di pepe.
Servite i “dulcia domestica” ancora caldi su un vassoio oppure in un bel piatto di ceramica.
I vostri ospiti rimarranno sorpresi, garantito!

Dott.ssa Claudia Fanciullo