
Parlare di gastronomia egizia e datteri ormai sembra essere un tema piuttosto ricorrente, questo perché ci sono pervenute tante prove archeologiche di archeo botanica che ci indicano e testimoniano la loro presenza.

Ma sapevate che nonostante il rigoglio vegetale di alcune zone della valle del Nilo gli alberi, nell’antico Egitto, erano presenti in minima misura?
I due alberi a fronde più comuni erano il sicomoro e l’acacia, vi erano poi la palma dum e il dattero coltivati per i loro frutti.
Sia la dea Iside che la dea Hator sovente si manifestavano tra le fronde di un sicomoro, mentre una palma dum, alta circa venticinque metri, rappresentava il dio Ttoh ad Ermopoli quindi erano anche sacri.
Dalla Palma dum si ricavano dei frutti carnosi e fibrosi che venivano utilizzati anche per cucinare dei dolci. Questi frutti, in realtà già presenti in epoca Preistorica, erano un dono per Ramses III e il dio Amun-Ra di Tebe.
Abbiamo creato questo dolce traendo ispirazione dai Dolci al Cipero ma siccome non siamo riusciti a trovare il Cipero, nemmeno tra la frutta secca di negozi specializzati, abbiamo deciso di utilizzare solo il dattero, il miele e la farina di farro monococco macinata a pietra al posto della frutta secca.
Ricetta
INGREDIENTI E STRUMENTI
3 datteri freschi grandi
1 cucchiaino di miele di millefiori
1 cucchiaio di acqua tiepida
5 cucchiai di farina di farro
1 mortaio
1 padella in pietra
Olio di oliva q.b
PROCEDIMENTO
Iniziate a schiacciare i datteri a mortaio con miele e acqua aggiunta un poco alla volta. Schiacciateli molto bene e quando avrete una soluzione semiliquida, potete aggiungere la farina. Potrebbe servirvene di più rispetto alla dose perché dipende dalla grandezza dei datteri e quindi dalla loro umidità.
Ricordatevi che dosi esatte non esistono per quanto riguarda le ricette antiche. Questa essendo rivisitata, ha delle linee guida che potete seguire (per fortuna!).
Volendo potreste aggiungere anche altra frutta secca all’interno.
Appena avete pronta la pallina da lavorare, fate una forma simmetrica che poi taglierete in triangolino oppure della forma che più vi piace.
Versare un poco di olio di oliva per cuocerli ( vanno cotti giusto il tempo della doratura) utilizzando una padella in pietra ( va bene anche una antiaderente domestica anche se potrebbe alterarne il sapore).
Serviteli caldi al posto dei semplici datteri post pranzo adagiandoli su foglie di vite, di alloro oppure di fico.

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