
Il miele costava troppo e spesso a causa delle malattie che colpivano gli alveari e alle condizioni climatiche avverse, poteva mancare. A sopperire a questa mancanza c’erano dei surrogati menzionati anche nell’Editto di Diocleziano. Era miele di dattero, citato da Erodoto (1,193), che ancora oggi possiamo provare perché gli arabi ancora lo producono. I prodotti zuccherini estratti dalla vite erano uva passa, vino cotto, vino dolce ma con la frutta secca come le prugne, i datteri, l’uva, i fichi, le mele cotogne, si poteva anche produrre lo sciroppo.
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