
Chi ci segue sa benissimo che questo periodo, per noi di ArkeoGustus, é fatto di ricerca delle fonti e ricerca delle materie prime. Infatti non ci siamo fatti mancare un salto nei pressi nel Parco Nazionale di Abruzzo, nello specifico a Posta Fibreno, un borgo immerso nel verde e contornato da animali e dal lago. Una sorta di pre-ingresso al Parco Nazionale.
Proprio qui, si sviluppano percorsi e camminamenti che stimolano i recettori sensoriali, soprattutto per ciò che concerne la sfera relativa alle piante selvatiche.
Un abbinamento, il più delle volte, imprescindibile dalla sfera enogastronomica.
Ebbene, siamo andati alla ricerca di qualche agriturismo che riproducesse le antiche ricette tramandate di madre in figlio attraverso l’utilizzo di queste erbe selvatiche. Lo abbiamo trovato nell’azienda agricola ” Il Fascinaro”.
Abbiamo scoperto che tra le erbe selvatiche più utilizzate in questo periodo ci sono gli Orapi, spinacini selvatici.
I proprietari hanno deciso di piantare, con non poche difficoltà, questa varietà quasi scomparsa e ad inserirla nel proprio menù.
Gli orapi sono anche chiamati la verdura del freddo a causa dell’altitudine in cui crescono.
La leggenda narra che Enrico IV nel 1600 face entrare nel suo parco reale la popolazione affamata per raccogliere erbe selvatiche e per gratitudine il popolo diede il nome di “Buon Enrico” a questo spinacio selvatico.
Gli orapi crescono prevalentemente nel cuore dell’Appennino centrale, ma soprattutto nel Parco Nazionale di Abruzzo ad un’altitudine vicina ai 2.000 metri.
Il periodo in cui crescono va da maggio a giugno, mentre la raccolta si effettua nel periodo estivo.
Il piatto che potete assaggiare in queste zone è prevalentemente un primo a base di tagliatelle di farina integrale con Orapi e salsiccia. Ottimi anche con i fagioli.
Sapore robusto accompagnato da buon vino.
Ad aprire il pasto un ricchissimo antipasto legato alla tradizione ciociara che però svela un’abitudine che abbiamo sempre ritrovato nelle fonti antiche, per esempio l’abbinamento di fichi e formaggio del quale si parla già nell’Antica Roma e ancor prima presso gli Etruschi, i quali li consumavano anche a colazione.
Insomma un posto dove la tradizione locale si sposa con alimenti e combinazioni molto più antiche.
E voi ci siete mai stati?
Dott. ssa Claudia Fanciullo
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