
Facciamo una passeggiata tra gli scavi di Pompei, magari al tramonto, facendoci avvolgere dal calore che racchiude storia e vite passate e proviamo ad immaginare come si viveva a quel tempo. Il profumo del pane, le botteghe, i carri, le persone che chiacchierano e le grandi ville.
Come possiamo accompagnare questi pensieri e sentirli parte di noi se non con il cibo e con il vino.
Oggi ArkeoGustus® vuole raccontarvi la storia di un progetto nato nel 1994 che proietta l’archeologia nel mondo della botanica applicata. Il Laboratorio di Ricerche Applicate della Soprintendenza, diretto da Anna Maria Ciarallo, si è avvalso dell’azienda vitivinicola Mastrobernardino di Atripalda per dare vita ad una produzione con un potenziale di ben 30 quintali per ettaro, il cui prodotto finale è il Villa dei Misteri.
Un vino rosso di uve coltivate con metodi antichi in un impianto densissimo fatto di filari molto ricchi, sorretti da paletti di castagno. I paletti sono stati ripiantati lì dove erano ancora evidenti le impronte antiche, recuperate grazie ai calchi nel suolo.
A l’analisi è continuata grazie allo studio delle pitture, delle testimonianze scritte degli autori che celebravano i vini campani, le ricerche ampelografiche per la classificazione delle viti, fino alla selezione di 7 specie: FIANO, GRECO, FALANGHINA, MOSCATO, AGLIANICO, SCIASCINOSO, PIEDIROSSO. Il bianco però non era adatto.
Quali sono i luoghi degli scavi dove sono piantate le viti? Il Foro Boario, Triclinio Estivo, Domus della Nave Europa, Domus della Caupona, Domus del Gladiatore, Domus di Eusino, Orto dei Fuggiaschi.
Ad Ottobre la vendemmia ma noi saremo lì a documentare tutto.
Buona domenica da ArkeoGustus®.