
<<Poni a cuocere le lenti con carne di porco fresca o insalata, e dalle a mangiare, pur così senza ova e cascio>> cit. Anonimo toscano
Chi di noi non ha mai mangiato della carne di maiale in vita sua alzi la mano, perché oltre ad essere un prodotto facilmente reperibile è per questo anche poco costosa ma molto saporita.
L’abitudine regionale legata a questa carne è davvero viva in tutto il territorio ma ancor di più nelle regioni centro settentrionali e in buona parte del sud Italia dove, ancora oggi, qualche fortunato può gustarsi per strada lo “scarto” come il muso e le zampe bollite e condite con sale e limone e lupini in uno splendido cartoccio: “u per e o muss”, tipico campano.
In Emilia Romagna invece era la zona emiliana ad avere la supremazia sul maiale soprattutto al tempo dei romani perché la terra era ricca e florida ed il maiale lo mangiavano soprattutto i ricchi.
Oggi ArkeoGustus® vi racconterà una storia che profuma di taverna medievale attraverso la ricetta di un piatto povero di ingredienti ma molto buono e nutriente, facilmente riproducibile a casa come nello stile del progetto.
INGREDIENTI: lenticchie, carne di maiale come la pancetta e la salsiccia, sale ed erbe aromatiche, pezzi di formaggio stagionato avanzato come le scorze.
PROCEDIMENTO: mettere a bagno le lenticchie la sera prima, lavarle più vile e poi lessarle in acqua.
Intanto far soffriggere in una pentola (paiolo sarebbe perfetto) la carne di maiale scelta. Scolare le lenticchie dall’acqua di cottura e unirle alla carne insieme al sale. Il grasso della carne diffonderà il sapore alle lenticchie. Quando la carne sarà ben cotta ( fate attenzione perché è pericolosa la carne di maiale cruda), aggiungere le erbe aromatiche e qualche pezzetto di formaggio.
Servire in una ciotola di coccio accompagnata da due crostini croccanti di pane vecchio.
Dott.ssa Claudia Fanciullo
BIBLIOGRAFIA
R. O. Valentin, Mangiare nelle taverne Medievali, tra cibo, vino e giochi, ed. Penne e Papiri.
Anonimo toscano, Libro di cocaina, in E. Faccio li, “Arte della cucina. Libri e ricette, testi sopra lo scalo, il trinciante e i vini dal XIV al XIX secolo”, Milano 1966, vol. I, p. 28