La Preistoria

Parlare di “cucina” nel senso stretto della parola, durante il Paleolitico o il Mesolitico, è decisamente azzardato.
A quel tempo i nostri antenati già utilizzavano quotidianamente il fuoco, elemento fondamentale per passare dagli alimenti crudi al più gustoso consumo di cibi fatti arrostire sul fuoco. In questo modo carni, pesci e verdure divennero più teneri e digeribili, acquisendo un gusto differente.
Di vera e propria pratica gastronomica si può cominciare a parlare con l’arrivo del Neolitico circa 10.000 anni fa.
Da un’economia di raccolta, improntata sulla ricerca nomade
dei mezzi di sussistenza, l’uomo, attraverso l’addomesticamento
degli animali e la scoperta dell’agricoltura, approdò a un’economia di produzione del cibo, basata su una forma di vita stanziale. Nacquero così l’agricoltura e l’allevamento del bestiame e comparvero i latticini e i cereali (avena, miglio, farro, orzo, frumento).
L’uomo del Neolitico non conosceva ancora il pane, ma con l’avvento
dei cereali imparò a preparare semplici polente fatte di semi frantumato e cotti in acqua riscaldata con pietre roventi,inventò anche il modo di cuocere gli sfarinati, facendone un impasto con acqua e lo adagiò su pietre concave riscaldate oppure sotto la cenere, ottenendo delle primitive “focacce”, ottime anche come riserva alimentare.
La scoperta della terracotta, avvenuta nel Neolitico, consentì poi la costruzione dei primi contenitori ermetici che potessero sopportare la fiamma viva. Da quel momento imparare a bollire gli alimenti nell’acqua fu quasi immediato.
Le prime “zuppe” della storia erano molto simili ai brodi attuali: a base di cereali, carni, vegetali, radici, legumi, insaporiti con erbe profumate.

I primi condimenti
Nel continuo tentativo di rendere più gradevole la propria alimentazione, l’uomo arrivò a classificare i condimenti in tre gruppi:
• Grasso. Inizialmente si utilizzava solo il midollo ottenuto dal taglio delle ossa animali; in seguito, con la conoscenza dei primi sistemi di cottura si aggiunse il grasso fuso ottenuto dalla macellazione degli animali. I primi oli ottenuti per spremitura si ebbero solo nel Neolitico;
• Sale. Si tratta essenzialmente del salgemma (sale minerale o alite), non facile da reperire, e del sale marino ottenuto dall’evaporazione dell’acqua di mare. Il sale rivestì, poi, un ruolo fondamentale nelle economie di scambio;
• Dolce. Dopo la linfa dolce che sgorga dalle cortecce di alcune piante (acero dolce), l’uomo scoprì il miele delle api selvatiche depositato sotto le cortecce o nei tronchi cavi.
Dott.ssa Claudia Fanciullo
BIBLIOGRAFIA
F. ORSENIGO,La storia del cibo. L’alimentazione nel corso dei secoli, dalla Preistoria al futuro, Mondadori 2015.
G. BIONDI, In carne e ossa: DNA, cibo e culture dell’uomo preistorico, ed. Laterza, 2006.