Come cucinare i propri simili: racconto horror di antropofagia

Racconto di Ugolino, Giavanni Stradano, Canto 33 (Wikipedia

Questo nuovo articolo vuole scatenare in voi curiosità ma non la solita, inventata narrazione horror, perché qui parliamo di storia vera e scritta nei secoli, parliamo di cannibalismo o di antropofagia, dal greco ἄνθρωπος, “uomo” e φαγω “mangio”.

Crono era un’ antichissima divinità che i romani chiamavano Saturno, signore del mondo, che avendo paura di essere spodestato dai figli, li mangiava appena nati. La moglie Rea aveva, però, nascosto Zeus che crescendo costrinse il padre a rigettare tutti i figli mangiati.

Ma come li mangiava? Crudi?

Ebbene esisteva la bollitura della carne, prediletta dalle divinità soprattutto perché la carne restava tenera. Una storia davvero terribile è quella che vede protagonisti due fratelli, Atreo e Tieste, dilaniati dall’odio reciproco. Il litigio raggiunse l’apoteosi quando arrivò il tempo di salire sul trono di Micene. Grazie a dei prodigi Atreo riuscì a diventare re ed invitò il fratello a palazzo per un banchetto. La portata principale furono i figli di Tieste, bolliti e serviti. Doveva essere una situzione congenita perchè il padre dei due sopra menzionati, Pelope, fu a sua volta cotto in umido dal suo genitore Tantalo ma come sacrificio agli dei.

Aggiugiamo che spesso i protagonisti di antropofagia sono dei mostri: il Minotauro mangiava le proprie vittime crude.

La più antica testimonianza di un presunto cannibalismo risale a 800 000 anni fa ad opera di Homo antecessor nella Gran Dolina, in Spagna.

Ricostruzione di una femmina di Homo antecessor di Atapuerca mentre pratica cannibalismo (Museo Ibeas, Burgos, Spagna)

Le ossa manifestano evidenti tracce di macellazione, scorticamento, ipotetica rimozione della carne, apertura della scatola cranica e delle ossa lunghe forse per la rimozione del midollo.

Sono stati trovati resti che fanno supporre atti di cannibalismo presso siti abitati dall’Homo neanderthalensis. Si tratta di ossa umane con segni di macellazione trovate in numerose località europee, Italia (uomo di Saccopastore), Croazia e Francia (grotta di Muola-Guercy).

Per ciò che concerne l’uomo di Saccopastore alla fine si è scoperto fosse una donna!

Nel maggio del 1929 un operaio della cava nel corso dei lavori di scavo urtò col suo piccone uno strano sasso che aveva quasi la forma di un cranio umano. Pensò di avvertire il sovraintendente ai lavori che era affittuario della tenuta appartenente al duca Mario Grazioli. Il duca, che la stampa dell’epoca definiva “generale cultore di studi ed autore di pregevoli monografie che interessano la campagna romana”, conosceva il direttore dell’Istituto di Antropologia della vicina Università La Sapienza.

Il professor Sergio Sergi, prontamente avvertito, riconobbe in quel “sasso” un cranio fossile di un ominide risalente, secondo la datazione radiometrica, a circa 125.000 anni fa.

Si tratta dei resti di un cranio quasi completo, di un individuo di sesso femminile, di un’età approssimativa di circa quarant’anni. Le caratteristiche primitive, quali l’assenza di fronte, le arcate sopraorbitarie molto prominenti, le dimensioni della calotta cranica ridotte portarono il professor Sergi a classificare il reperto come pre-neandertaliano o, come si diceva allora, Homo Sapiens pre-neanderthalensis.

FOTO DI IMPAGINE.IT

Parliamo poi del cannibalismo Azteco, giusto per non farci mancare niente, forse solo la fame!

Senza analizzare con Voi il contesto sacrificale e rituale, sempre ben presente, mi piace invece raccontarvi che probabilmente alla base di tutto c’erano i motivi nutrizionali. Gli studiosi Michael Harner e Marvin Harris hanno ipotizzato che la motivazione che stava dietro ai sacrifici umani tra gli Aztechi fosse da ricercare nel cannibalismo a cui venivano sottoposte le vittime. Mentre c’è unanime consenso sul fatto che gli Aztechi praticassero il sacrificio umano, manca consenso tra gli studiosi sul fatto che il cannibalismo fosse comune su tutto il territorio. L’antropologo Marvin Harris, autore di Cannibals and Kings, ha ripreso l’idea proposta da Harner, secondo cui la carne delle vittime faceva parte della dieta aristocratica come ricompensa, dato che la dieta azteca era povera di proteine.

Questa ipotesi è stata rifiutata da Bernard Ortíz Montellano che, nei suoi studi su salute, dieta e medicina tra gli Aztechi, dimostra che nonostante la dieta Azteca fosse carente di proteine animali, era ricca di quelle vegetali.

Spero di non avervi spaventati e vi lascio con un articolo multimediale e particolare:

https://www.rsi.ch/rete-due/programmi/cultura/geronimo/Storia/Il-fiero-pasto.-L%E2%80%99antropofagia-nel-Medioevo-7235321.html

Bibliografia

Piero Angela, Alberto Angela. La straordinaria storia dell’uomo. Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1989.

 “Quando eravamo cannibali“, di Tim D.White, pubbl. su “Le Scienze (American Scientific)”, num.397, settembre 2001, pag.82-90.

Anna Ferrari”La cucina degli dèi” , ed. Blu.

Michael Harner, The Ecological Basis for Aztec Sacrifice, in American Ethnologist,, Vol. 4, No. 1,, 1977

Sitografia

http://www.impagine.it

http://www.wikipedia.it

A cura della Dott.ssa Claudia Fanciullo

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