
Alla taverna ci si andava per bere e non esisteva un menù ad esclusione di alcune ricette, schibescia e carbonata, rielaborate con spezie per essere più gradevoli a tutti.
Per favorire il bere si mangiavano stuzzichini di carne come i salumi diversi di cinghiale e maiale. Escludete la mortadella che pur essendo medievale e ideata dai Salaroli a Bologna nel 1376 non poteva essere già diffusa e comune in tutte le taverne medievali.
I formaggi erano stagionati e quindi meno deperibili, come il caciocavallo, il pecorino e il grana padano che era prodotto dai monaci cistercensi dell’abbazia di Chiaravalle già intorno all’Anno Mille.
La frutta secca serviva per aprire il pasto anzichè chiuderlo oppure ad insaporire la carne. Si utilizzavano noci, nocciole, mandorle e fichi secchi da portare a tavola.
Le Castagne arrosto erano le più utilizzate in cucina, soprattutto le marroni. Erano considerate il pane dei poveri.
Dopo si passava alle zuppe e alle minestre , ai secondi di carni, uova e torte miste. Domani vi racconterò di una ricetta particolare ma per adesso spero di avervi stuzzicati.
Un saluto dalla vostra archeologa e archeocuoca Claudia Fanciullo.