Doveva essere una sorta di pane sostitutivo, dei biscotti o crostoni spezzati che si usavano imbevuti di mosto e disfatti come se fossero teneri e conditi con qualche spezia. Catone li descrive (R.R 121) come una pasta condita che richiamava i pezzi di pane concavi greci adatti ad assorbire i brodi e le salse.
Corrispondono alle moderne “friselle”.
Dott.ssa Claudia Fanciullo.