Apicio, in un certo senso, sembra somigliarmi molto.
Viveva con una certa inquietudine che lo stimolava a cercare ovunque tracce di percorsi che avrebbero potuto fargli scoprire nuovi piaceri e nuovi sapori, sia che si trattasse di gastronomia, sia di esperienze raccolte in giro.
Questo temperamento gli fece affrontare un viaggio che segnò la sua carriera di gastronomo a vita e che lo portò per mari a cercare i migliori gamberi per la sua tavola. Qualcuno gli aveva suggerito che le coste libiche potessero ospitare delle varietà davvero grandi rispetto a quelli che, generalmente, era solito servire ai suoi commensali.
Dopo aver attraversato un mare burrascoso, approdò lungo le coste e lì scoprì che, in realtà, quei gamberi tanto decantati non erano altro che crostacei normalissimi. Tornò a casa a mani vuote ma molto soddisfatto, perché ancora una volta aveva avuto ragione accrescendo il mito sulla sua persona.
Niente di più vero è affermare che amasse i cibi costosi e rari, che egli stesso ricercava pur scontrandosi con i pericoli del suo orgoglio.
Dott.ssa Claudia Fanciullo